sabato, agosto 23, 2008

Come hanno salvato Lost dalla cancellazione

Chi di voi sta seguendo la quarta stagione (ormai al termine) di Lost su RaiDue, si sarà reso conto che il telefilm ha improvvisamente riaccesso i motori e ha ricominciato a girare come ai bei tempi della prima stagione e della Lostmania, macinando colpi di scena, dialoghi intriganti e misteriose premonizioni. L'anno scorso vi avevamo spesso parlato dei rischi di cancellazione che incombevano sulla serie a causa di un calo di ascolti avvenuto durante la trasmissione della seconda serie, quella in cui comparivano i tailies, i viaggiatori della coda dell'aereo, tra i quali non possiamo non ricordare l'imponente e enigmatico Mr Eko e la scoppiettante Ana Lucia. Durante la seconda stagione i fili narrativi di Lost si erano moltiplicati con l'introduzione di tutti questi nuovi personaggi, e si erano notevolmente ingarbugliati, senza risolvere nemmeno in parte, tutti gli elementi oscuri e misteriosi dell'isola dei naufraghi; in particolare gli "Altri" avevano continuato a irrompere all'improvviso con incursioni inspiegabili, senza che si capisse nulla della loro natura e delle loro motivazioni. Visti i rischi di cancellazione, Carlton Cuse e Damon Lindelof hanno lavorato di forbice e pettine, tagliando diversi personaggi senza futuro (ricorderete tutta una serie di morti dalla fine della seconda stagione) e riallineando i fili della narrazione in un unico flusso coerente.
Il grande spazio dato alla figura di Ben (Michael Emerson) e di Desmond (Ian Cusick) ha dato molte risposte sulla natura e sull'origine degli "Altri" durante la terza e la quarta stagione. Ormai sappiamo che hanno preso il posto degli impiegati della Dharma molto tempo fa e anche la natura dell'isola è meno misteriosa, grazie soprattutto alla puntata "La costante", recentemente trasmessa, abbiamo capito che il mistero dell'isola è legato ad uno sfasamento temporale: il tempo sembra scorrere più lento e i pochi mesi passati sull'isola sembrano corrispondere ad anni fuori dell'isola e non solo...
Il grande lavoro degli autori ha recuperato fan e ascolti alla serie, soprattutto in America. Probabilmente la scelta vincente è stata darsi un termine ultimo di conclusione della serie che avrà al massimo sei stagioni: questo ha permesso agli autori di focalizzare i punti su cui lavorare e gli obiettivi narrativi da toccare, e ha rassicurato i fan che non sarebbero stati trascinati in un labirinto di storie senza fine come accaduto per esempio con X-Files.
Se avete abbandonato Lost durante la seconda serie vi consigliamo seriamente di recuperare, perché ne vale davvero la pena! Se avete bisogno di una guida consultate Lostpedia, facendo attenzione agli spoiler.

Etichette: